Giurista e cardinale italiano. Divenne dottore in Diritto a
Padova nel 1529. Nominato vicecomandante in capo delle forze militari veneziane
nel 1563, venne accusato di complicità in un assassinio commesso da due
dei suoi figli ed esiliato. Chiamato a Roma da papa Pio V, che aveva conosciuto
a Bergamo nel 1550, venne designato nunzio apostolico, governatore della Marca
di Ancona e, successivamente, cardinale (1570). Abile consigliere giuridico di
Gregorio XIII e Sisto V, fu candidato in due conclavi (1585, 1590). Fra le sue
numerose opere si ricordano:
De donatione Constantini Magni (1535), che
sostiene l'autenticità della famosa donazione di Sutri, smentita
dall'umanista Lorenzo Valla;
De cardinalatu (1541),
De potestate papae
et concilii (1544), che difendono l'autorità del pontefice dagli
attacchi dei protestanti. Interessanti anche le sue rime in latino (
De
carcere, De mundi contemptu, Ad Beatam Virginem), scritte durante l'esilio
(Bergamo 1509 - Roma 1591).